La natura con le sue meraviglie è sempre stata tra le costanti della mia vita.
Nato tra le Dolomiti, in Alto Adige, non riuscivo a non chiedermi quali orizzonti ci fossero oltre quelle vette così alte. Fin da bambino ho sempre avuto una curiosità da ribelle, la stessa che mi ha spinto a voler esplorare, vedere, capire i come e i perché delle cose.
Da Londra a Zurigo, da Milano a Monaco, fino a New York. Dopo aver girato il mondo sono tornato a casa
dove ho lavorato prima a Ciastel Colz per poi approdare al St. Hubertus a San Cassiano in Badia.
L’essere stato lontano da casa per così tanto tempo mi ha portato a riscoprire le mie radici, la mia terra e a come poter dare valore alla materia prima. Quando poi è nato Thomas, il mio primo figlio, ho iniziato a guardare il mondo con occhi diversi. La sostenibilità sarebbe diventato il principio con cui dare una svolta al mio modo di cucinare.
(cit. Michelin 2017)
Quando oltre vent’anni fa sono diventato executive chef del St. Hubertus il ristorante era conosciuto per avere una clientela internazionale abituata a trovare ovunque il meglio dell’alta cucina. Mi sembrava così assurdo che le persone dovessero venire in Alto Adige per assaggiare qualcosa che avrebbero potuto trovare anche a casa loro. Dopo aver interrogato me stesso, ho iniziato a far domande ai miei stessi clienti per capire cosa poter offrire loro di migliore, di unico.
La risposta è stata la mia terra, la risposta è stata la mia cucina.
Una cucina che si basa su un profondo principio di rispetto dei ritmi della natura e degli equilibri
dell’ambiente e di chi lo abita. In ogni mio piatto cerco di raccontare le mie montagne, la fatica dei contadini e degli allevatori, la qualità dei loro prodotti, le tradizioni tramandate, la cura, la costanza e la leggerezza.
«L’incontro con questa cucina non è un pasto, ma un’indimenticabile esperienza umana» sono le parole con cui nel 2017 mi hanno assegnato la terza stella Michelin.
Nel corso degli ultimi anni la mia cucina si è sempre più caratterizzata per attenzione alla territorialità e alla stagionalità. Da qui la decisione di aprire con Mo-Food un nuovo ristorante, AlpiNN, un nome che esprime perfettamente quello che sono, quello che voglio rappresentare.
Questo Food Space & Restaurant trova posto all’interno di LUMEN, il nuovo Museo della fotografia della montagna a Plan de Corones, insieme a una sala eventi e congressi. Una scenografia mozzafiato che lascia spazio alla vista e ai pensieri per un ambiente incredibilmente accogliente che sa di tradizioni, di terra ma anche di novità. Un’innovazione che si esprime in un
concetto diverso di ristorante in senso classico - a metà tra standing, dining e lounging - e che ho voluto far arredare da un altoatesino doc, il designer di fama internazionale Martino Gamper.
Con AlpiNN Cook the Mountain ha finalmente trovato casa, in uno spazio che parla di territorio e sostenibilità, dai mobili al menu; un menu alla portata di tutti.